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SAMARCANDA

Samarcanda, nota per la canzone di Roberto Vecchioniè una città incorniciata da colori e da profumi di spezie antiche. Le sue strade raccontano le storie dei carovanieri e commercianti che attraversavano la Via della Seta, ma questa perla dell’Uzbekistan ha molto da raccontare, essendo una delle città più antiche del mondo; le sue tracce di storia risalgono a 2700 anni fa. 

Tutti i viaggiatori vengono avvolti dalla magia misteriosa, dal fascino, dalla perfezione con cui moschee, madrase e mausolei convivono elegantemente grazie ad un raffinato gioco di sfumature che virano dall’azzurro al turchese.

Samarcanda il cui nome significa: “fortezza di pietra”.

Samarcanda ora è unica nel suo genere per le varie influenze che ha subito negli anni senza mai lasciare del tutto il passo al fascino arabo. Non a caso dal 2001 questa città è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO con la denominazione di Samarcanda – Crocevia di culture.

 La sua storia inizia con Alessandro Magno nel 329 a. c., poi, nel pieno della sua fioritura, arrivarono i turchi, persiani ed arabi con relativa conversione all’islam della sua popolazione, che praticava fino ad allora il culto Zoroastrismo. Era una delle città più ricche del mondo arabo, questo la portò ad essere saccheggiata dai Mongoli nel 1220. Gengis khan diede ordine di sterminare chiunque opponesse resistenza, risparmiando solo scienziati, architetti, artigiani e tutti coloro che per le loro competenze potessero essere utili al funzionamento dell’impero. Ma il regno mongolo presto cominciò a sgretolarsi in quanto troppo vasto per restare unito. Fu allora che saltò alla ribalta il condottiero turco mongolo Tamerlano che con una campagna durata anni sconfisse Gengis Khan occupando l’attuale Iran e Turchia orientale. Tamerlano decise di dare nuovo splendore alla città e ne decretò la capitale del suo impero che si sarebbe esteso dall’India alla Turchia. Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri di artigiani ed architetti provenienti da altre regioni. Samarcanda divenne pertanto il polo di attrazione di arti, usanze, poeti, scrittori, architetti, artisti che contribuirono a farla divenire praticamente la più bella città del mondo di quei tempi, ricca come era di tesori, mausolei, moschee e madrase che ancora oggi ne caratterizzano il suo profilo, come la videro per secoli i viaggiatori europei. Ulteriore sviluppo, soprattutto in campo culturale di Samarcanda fu grazie ad Ulugh Beg, nipote di Tamerlano. A lui si deve la creazione di varie scuole scientifiche dedite allo studio della matematica e dell’astronomia, nonché la costruzione di un grande osservatorio astronomico.

Nel XVI secolo gli Uzbeki spostarono la capitale a Bukhara e Samarcanda iniziò un lento declino, accelerato dal ridimensionamento della Via della Seta come rotta commerciale delle spezie, dai frequenti terremoti e dallo spopolamento.

Dopo l’assalto dei Persiani guidati da Nadir Shah, la città fu quasi abbandonata nel XVIII secolo. L’emiro di Bukhara tentò di ripopolare la città alla fine di questo secolo.

Nel 1868, i russi del colonnello Abramov presero il possesso della città, divenendo successivamente capitale del Turkestan russo. Fu raggiunta dalla ferrovia trans-caspica nel 1888, che non poco contribuì al suo sviluppo economico.  Divenne capitale dell’Uzbekistan sovietico dal 1925 fino al 1930 quando fu sostituita a Tashkent.

In questo modo la descrisse Alessandro Magno:

Tutto quello che ho udito di Marakanda (Samarcanda) è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi. “ 

Così scriveva Marco Polo di Samarcanda nel libro Il Milione raccontando il suo viaggio alla fine del 1200

Samarcanda è una città nobile, dove sono bellissimi giardini, e una pianura piena di tutti i frutti, che l’uomo può desiderare. Gli abitanti, parte son Cristian, e parte Saraceni, e sono sottoposti al dominio del Can”.

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